Padova entra nella World Heritage List dell’Unesco per la seconda volta.
La prima volta avvenne nel 1997 con l’Orto Botanico, situato nel centro storico della città, fondato nel 1545 e il più antico al mondo, il quale fu considerato patrimonio mondiale dell’umanità, come “rappresentazione della culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra natura e cultura”.
Ora Padova entra per la seconda volta nella storia, premiata per i cicli di affreschi del XIV secolo. Dal 24 luglio 2021, grazie a Giotto e il ciclo pittorico del Trecento, è stato ufficialmente proclamato l’inserimento di Padova Urbs Picta nella lista dei siti Unesco, poiché esso “illustra un modo completamente nuovo di rappresentare la narrazione in pittura, con nuove prospettive spaziali influenzate dai progressi della scienza dell’ottica e una nuova capacità di rappresentare le figure umane, in tutte le loro caratteristiche, compresi i sentimenti e le emozioni. Queste innovazioni segnano una nuova era nella storia dell’arte, producendo un irresistibile cambio di direzione”.
È la stessa Unesco a dichiarare come i cicli di affreschi padovani testimonino il fervore culturale, intellettuale e scientifico già a quell’epoca, dove gli artisti seppero innovare e segnare una nuova era nella storia dell’arte, dettando il passo alle generazioni successive di artisti.
Il secolo d’oro di Padova: il Trecento è caratterizzato da una vitalità economica e sociale che si riverbera sul piano culturale: come testimoniano le presenze in città di “grandi firme” giunte da fuori, da Giotto a Petrarca, ad Albertino Mussato.
Nel mondo della scienza, spicca Giovanni Dondi dall’Orologio, figlio di quel Giacomo cui si deve la realizzazione della torre con l’orologio pubblico: è lui a realizzare nel 1364 l’Astrario, meccanismo che consente di rilevare i moti del Sole, della Luna, di Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, e che segna una svolta epocale nello studio del cosmo.
È una città in eccellente stato di salute sotto tutti i profili: una delle poche, nell’Italia di allora, esenti da lotte civili e faide di partito, politicamente stabile, demograficamente in crescita con i suoi 35mila abitanti, che salgono a 60mila considerando quelli del territorio circostante.
Non c’è solo la Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto, ma anche altri 7 siti in una candidatura seriale che è stata promossa nel suo insieme.
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